Un nuovo studio, in corso in questo periodo, sembrerebbe suggerire che le placche che vengono associate all'Alzheimer abbiano origine dal fegato e non nel cervello, come si è pensato da sempre.
Ma un nuovo studio, in corso in questo periodo, sembrerebbe suggerire che le placche che vengono associate all’Alzheimer abbiano origine dal fegato e non nel cervello, come si è pensato da sempre.
Questa scoperta è sensazionale perchè porterebbe a delle cure più mirate che potrebbero semplificare potenzialmente i trattamenti di prevenzione e cura della malattia.
I ricercatori hanno condotto una ricerca sui topi per identificare i geni che influenzano la formazione e l’accumulo delle placche amiloidi nel cervello e hanno visto che per ciascun gene, vi era una bassa espressione a livello epatico che proteggeva le cellule del cervello degli animali.
Anche se recentemente alcuni studiosi hanno dimostrato che l’insorgenza di questa malattia può essere causata da una mutazione genetica che solitamente ha la funzione di pulire e riciclare le tossine e le proteine del cervello, oggi si è appunto scoperto che potrebbe esserci un’origine a partire da alcuni geni presenti nel fegato.
Uno di questi tre geni codifica la preseninila, una proteina che sembra contribuisca allo sviluppo della malattia nell’uomo; questo si è evinto dopo che si sono messi in correlazione tutti i tessuti e si è visto che nel momento in cui si presentava l’alterazione delle proteine c’erano i sintomi dell’insorgenza della malattia neurodegenerativa.