Staminali utili per combattere l’invecchiamento

In campo medico-scientifico si era sempre sostenuto, a dire il vero senza averne le prove concrete, come le staminali, se opportunamente utilizzate, possano consentire un miglior ricambio cellulare, specialmente se a carico di quei tessuti ricchi di cellule anziane o danneggiate, attivamente combattendo l’invecchiamento, precoce o meno, dell’intero organismo.

CELLULE CARDIACHE DA CELLULE STAMINALI

L’ipotesi, quanto mai affascinante ma al contempo da considerarsi quale mera teoria di remotissima applicazione, sarebbe invece stata inconfutabilmente dimostrata, nel corso degli scorsi mesi, dai ricercatori dell’University of Pittsburgh School of Medicine, che avrebbero condotto alcuni brillanti esperimenti su un gruppo di cavie murine affette da una grave patologia, la progeria, che causa un innaturale quanto precocissimo invecchiamento cellulare, con ripercussioni sull’intero organismo, che può in alcuni casi portare ad una prematura morte del soggetto affetto.

PARODONTITE CURATA CON LE CELLULE STAMINALI

Questa malattia, quanto mai rara (si stima colpisca circa 1 bambino ogni 8 milioni di nati sani), si caratterizza, appunto, per un errato ricambio cellulare dovuto, nella totalità dei casi, ad una sorta di malfunzionamento delle cellule staminali che, nel confronto con quelle sane o di quelle dei soggetti sani, si mostrano pesantemente alterate e dunque non in grado di compiere la propria fondamentale funzione.

TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI DA CORDONE OMBELICALE

Ebbene, secondo quanto dichiarato dai medici coinvolti nell’esperimento in questione, le cavie malate sarebbero state iniettate di un composto ricavato dalle cellule staminali provenienti dai muscoli di topi più giovani, forte ed in salute.

Il trattamento, ripetuto nel tempo, avrebbe dimostrato tutta la propria efficacia, non eliminando, comunque, ogni segno estetico o fisiologico derivante dalla progeria, ma consentendo al gruppo di topolini malati di vivere, in media, tre volte più a lungo rispetto a quanto pronosticato al momento della diagnosi.

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