Gli scienziati hanno trovato un modo per “disarmare” una proteina che si pensa abbia un ruolo fondamentale nello sviluppo della leucemia e di altre forme tumorali.
Non è la prima volta che si tenta questo approccio, il tentativo cioè di attaccare con sostanze chimiche le proteine inducendole a cambiare il loro modo di influenzare i geni, ma fino ad ora molte di queste risultavano inattaccabili dai farmaci.
Lo studio, effettuato dal Dana-Farber Cancer Institute statunitense, e pubblicato sulla rivista Nature, illustra quali sono stati i risultati della sperimentazione.
La proteina in questione fa parte di quel gruppo di proteine denominate “fattore di trascrizione”, che tra le loro funzioni hanno quella di contribuire alla trasformazione delle cellule attivando o inibendo determinati geni che controllano lo sviluppo e la crescita cellulare, comprese anche quelle tumorali.
La proteina su cui si è incentrata la sperimentazione è denominata Notch: il gene responsabile della sua produzione risulta sovente essere danneggiato o mutato nel caso della leucemia linfoblastica acuta. In questi casi il gene resta attivato oltre il dovuto, incentivando la crescita incontrollata caratteristica delle cellule del cancro. Esaminando la struttura del Notch da vicino, i ricercatori hanno isolato un potenziale punto debole nella sua struttura.
I ricercatori hanno scoperto che impiegando una determinata tecnica chimica molto sofisticata, si possono creare dei frammenti di proteina, chiamati peptidi, che vanno ad influenzare il comportamento della proteina riuscendo ad essere assorbiti dalla cellula.
Progettando e sperimentando tutta una serie di peptidi prodotti sinteticamente alla fine i ricercatori hanno scoperto quelli che in qualche modo possono influenzare il comportamento della proteina Notch.
Una volta provato questo meccanismo sui topi, si è verificato che effettivamente era possibile, una volta agito su questa proteina, limitare la crescita delle cellule tumorali.
I ricercatori sperano che una tecnica analoga potrebbe essere utilizzata avendo come target altri fattori di trascrizione che hanno una struttura simile.
Il nuovo prodotto chimico è stato testato per ora solo sui topi, quindi non si sa se analoghi risultati potrebbero essere altrettanto validi anche per l’uomo, se tale procedura dovesse rivelarsi efficace, in futuro si potrebbero elaborare nuove terapie sia per questa specifica leucemia sia per altri tipi di cancro.