La depressione durante la gravidanza è un malessere relativamente comune, con cifre che, secondo le loro stime, possono toccare una donna su dieci.
Secondo March of Dimes, un’associazione di ricercatori, educatori e volontari statunitense che ha come missione l’approfondimento della ricerca nel campo delle nascite premature, della mortalità infantile e dei problemi di salute alla nascita, la depressione durante la gravidanza è un malessere relativamente comune, con cifre che, secondo le loro stime, possono toccare una donna su dieci.
Due ricercatori americani hanno condotto uno studio di recente basato sulla raccolta di dati riguardo all’insorgenza della depressione in 791 donne durante il periodo di gravidanza.
Secondo i risultati, il 44% di queste soffriva di una forma depressiva, che nella metà dei casi risultava essere decisamente grave. Non sempre si trattava di depressione clinica, ma anche di uno stato dell’umore molto basso.
I ricercatori hanno poi monitorato le donne nel periodo del parto, ed hanno rilevato che quelle che avevano manifestato sintomi depressivi risultavano il doppio più a rischio di avere un parto prematuro, ovvero prima della trentasettesima settimana.
Il parto prematuro è uno dei fattori di rischio più elevati di mortalità infantile, ed il fatto che le donne con problemi di depressione risultino più facilmente a rischio di questa condizione non fa altro che consolidare la tesi che la depressione è una condizione sfavorevole per il buon andamento della gravidanza e per la salute del bambino, anche se ancora è oscuro il meccanismo che associa il malessere con l’aumento del rischio di parto prematuro.
Tale problema è ulteriormente amplificato dal fatto che durante la gravidanza è difficile e problematico ricorrere ad antidepressivi, perchè non è ancora ben chiaro l’effetto che molti di questi farmaci possono avere sul nascituro.
I ricercatori sostengono che comunque è di importanza fondamentale che le donne che sentono di soffrire di problemi depressivi si consultino con il medico, perchè insieme a questo si possa valutare quali terapie mettere in campo per contrastare il malessere.