Vogliamo parlare del rischio di entrare in contatto con agenti chimici tossici durante la gestazione, elementi che si trovano in molti prodotti di largo consumo
Ora invece vogliamo parlare del rischio di entrare in contatto con agenti chimici tossici durante la gestazione, elementi che si trovano in molti prodotti di largo consumo.
Il fatto incredibile che la percentuale di donne compresa tra il 99 ed il 100% sono entrate in contatto con sostanze tossiche come: i bifenili policlorurati (PCB), che venivano utilizzati nella produzione di vernici e lacche fino a qualche tempo fa e ora il loro utilizzo è vietato in molti Paesi; i pesticidi organoclorurati come il famoso DDT che venne considerato fuoriegge a partire dal 1972; gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) che vengono immessi quotidianamente nell’atmosfera dalle combustioni industriali e delle automobili; i composti perfluorinati (PFC) presenti nel teflon delle padelle antiaderenti, gli ftalati utilizzati nella produzione della plastica, e il perclorato.
Questi sono soltanto alcuni esempi di sostanze tossiche con cui si entra in contatto ogni giorno, ma l’elenco risulta essere lunghissimo come ad esempio vi sono dei componenti presenti in oggetti di uso comune e magari i uso alimentare come il bisfenolo A (BPA), una sostanza utilizzata nella produzione della plastica e dell’interno delle lattine di metallo per alimenti e a cui l’esposizione prenatale potrebbe predisporre il nascituro allo sviluppo di tumori e di problemi di sviluppo cerebrale.
Quindi c’ è da augurarsi che, una volta accertati i danni relativi all’esposizione di queste sostanze tossiche (così come accade per il fumo, che è la prima cosa che viene sconsigliata in gravidanza), venga attivata una campagna di prevenzione e di informazione.