
Sono stati presi in considerazione, per questo studio, 9000 bambini nati, tra l’ottobre 1997 ed il dicembre 2003, con difetti congeniti, singoli o multipli, che interessavano diversi organi, l’occhio, l’orecchio, il tratto gastrointestinale la bocca o il volto. In definitiva, almeno 45 tipi di difetti alla nascita sono stati catalogati nella ricerca.
Un gruppo di controllo di 3400 bambini che non presentavano alcuno tra i difetti analizzati è stato esaminato come gruppo di controllo.
I ricercatori dunque hanno cercato di determinare se esistesse un collegamento tra il rischio di difetti alla nascita nei bambini, e l’occupazione delle loro madri, considerando che nel campione analizzato i tre quarti avevano un posto di lavoro fino a un mese prima della gravidanza e nel corso del primo trimestre.
Secondo lo studio, le donne che svolgevano determinate mansioni, come addette alle pulizie o custodi, oppure come operatrici di apparecchi elettronici o impiegate nella ricerca scientifica, avevano un rischio più elevato rischio di avere un figlio con difetti alla nascita, mentre, tra le categorie a più basso rischio, si sono evidenziate le insegnanti.
Lo studio, pubblicato online sulla rivista Occupational and Environmental Medicine, fornisce un risultato interessante ma che potrebbe anche risultare riduttivo e poco valido, in quanto non ha tenuto in considerazione alcuni aspetti che potrebbero rivestire una certa importanza, e far variare l’interpretazione dei dati.
Per esempio non c’è stata un’analisi dell’esposizione delle donne lavoratrici a determinate sostanze chimiche e determinati ambienti, e nemmeno il numero di ore lavorate.
Insomma, se i risultati offrono uno spunto interessante per future ricerche, essi non riescono al momento a dimostrare con sufficiente evidenza se il tipo di lavoro di una donna influisce direttamente sui difetti di nascita.
Fonte HealthDay