Danni non solo fisici ma anche psicologici possono essere una delle conseguenze di disastri ambientali di grande impatto come la recente fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico.
Lo affermano esperti dell’Istituto di Medicina di New Orleans, che in questi giorni stanno presentando negli Stati Uniti i risultati di un lavoro in merito.
Non è certo una novità, quella di valutare l’impatto, non solo sulla salute fisica ma anche su quella mentale, provocato da grandi disastri ecologici. In passato si era già scoperto che dopo due grandi uragani come Katrina e Gustav le comunità locali colpite registravano un aumento di conflitti sociali e malessere psicologico.
Lo stesso effetto era stato osservato da un team di ricercatori che aveva studiato 600 famiglie di 16 comunità colpite dal disastro della Exxon Valdez nel 1989 con l’intensificazione di problemi psicologici, depressione, ansia, conflitti all’interno delle comunità e cambiamenti nel comportamento dei bambini.
Secondo i ricercatori ad entrare in gioco sono gli effetti immediati ed a lungo termine per le persone che vivono nelle aree colpite, dal cambiamento improvviso delle attività economiche alle condizioni di lavoro, dai danni ambientali, alla necessità di trasferirsi dall’area inquinata.
Oltre a ciò, l’ultimo disastro ambientale nel Golfo del Messico verrà valutato, nei prossimi 20 anni anche per quanto riguarda l’impatto sulla salute fisica nella popolazione locale, in particolare per l’insorgenza di tumori, leucemie ed altre possibili malattie legate al contatto stretto con il petrolio e le sostanze chimiche presenti nell’aria e nell’acqua.
Fonte USAToday