La sindrome di Sotos viene descritta per la prima volta dal medico da cui ha preso il nome nel 1964 e può essere anche denominata sindrome del gigantismo cerebrale.
La sindrome di Sotos viene descritta per la prima volta dal medico da cui ha preso il nome nel 1964 e può essere anche denominata sindrome del gigantismo cerebrale.
L’eziologia della malattia non è ancora nota, ma la trasmissione è ereditaria autosomica dominante e ad oggi vi sono circa 300 casi riconosciuti.
Secondo gli studi condotti da Sotos e dai medici che se ne sono occupati, le principali caratteristiche comuni sono identificabili in peso e altezza anormali fin dal periodo neonatale, macrocranio, mani e piedi che sono troppo grandi rispetto all’altezza.
In più vi è una forte accelerazione nella crescita soprattutto nei primi cinque anni di vita, che poi però tenderebbe a diminuire con l’andare avanti degli anni.
La caratteristica principale di questa patologia è una scatola cranica superiore alla norma ed un viso rotondo con la fronte alta e molto arrotondata durante l’infanzia, che tende però ad allungarsi successivamente, l’attaccatura dei capelli molto alta rispetto al normale, ipertelorismo, orecchie larghe, mandibola molto sviluppata e mento aguzzo; in più l’età ossea non corrisponde all’età cronologica, che è inferiore.
A livello mentale poi vi è un forte ritardo e la motricità è quasi del tutto carente e nella metà dei casi si presentano anche crisi convulsive nella prima infanzia.