Cos’è l’agnosia? Con questo termine medico si indica una malattia rara caratterizzata dall’incapacità di riconoscere ed identificare sia le persone che gli oggetti (dal greco a-gnosis, “non conoscere“) in assenza però di problemi e deficit di memoria o lesioni sensoriali semplici. Si tratta di una patologia neurologica basata su un disturbo della percezione. Ma quali sono i sintomi? Ed esiste una cura?
Sintomi e cause di agnosia
L’agnosia può riguardare uno solo dei 5 sensi, più di uno o tutti insieme. Più spesso è uditiva o visiva. Un esempio: un individuo affetto da agnosia può vedere un oggetto come un telefono, ma non riuscire a capire di cosa si tratta o ritenere, associarlo alla funzione di un bicchiere. Tale disturbo può essere causato da un ictus, da una forma di demenza, disturbi dello sviluppo neurologico o da altre patologie. In generale può essere il risultato di danni nei lobi parietali ed occipitali del cervello. Le persone con agnosia possono mantenere inalterate le altre capacità cognitive.
Tipi di agnosia
L’agnosia può essere di tipo olfattiva, gustativa, visiva, uditiva, tattile. In tutti questi casi la funzionalità sensoriale può essere del tutto persa o solo diminuita o riguardare solo alcuni aspetti. E’ possibile quindi fare altre specifiche e distinzioni:
- Agnosia uditiva: per i suoni ambientali, nei confronti della voce umana, o per la musica
- Agnosia tattile (astereognosia): può riguardare solo le forme geometriche e le dimensioni degli oggetti (amorfognosia), il peso e le caratteristiche tattili degli stessi (ailognosia) o direttamente l’oggetto stesso, non si riesce a percepire di cosa si tratti (agnosia tattile nel senso stretto della parola).
- Agnosia digitale: è quella in cui chi ne è affetto non riesce a riconoscere le proprie mani o percepire le dita.
- Autotopoagnosia: impossibilità a individuare o riconoscere il proprio corpo o alcune parti dello stesso.
Agnosia appercettiva o agnosia associativa
L’agnosia si può classificare anche in un altro modo che parte da un modello cognitivo formulato alla fine dell’’800 ma ancora valido. Questo afferma come il percorso cognitivo circa il riconoscimento di oggetti e persone avvenga su due livelli consequenziali, quello percettivo (sensoriale diretto) e quello associativo. Un deficit, un disturbo al primo livello cognitivo darebbe origine all’agnosia appercettiva, al secondo all’agnosia associativa.
Quale cura per l’agnosia?
Esiste una cura? In generale si può lavorare sulla sintomatologia ed avviare terapie di supporto; fondamentale tra l’altro sarà chiarire la causa che determina l’agnosia e curarla laddove possibile. Tale condizione infatti può compromettere la qualità della vita in modo determinante. Lo specialista di riferimento è il neurologo.
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Fonte: National Institute of Neurological Disorders and Stroke e wikipedia
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