Auto-cannibalismo causerebbe il fallimento delle diete

Quando si comincia una dieta è oltremodo necessario armarsi di pazienza, determinazione e costanza. Questi fattori, infatti, uniti ad un’adeguata attività fisica e ad un regime alimentare preventivamente concordato con il proprio dietologo (bisogna, infatti, diffidare dei rimedi fai da te, magari scovati su internet. A tal proposito si legga l’articolo “Giovane di Latina si spaccia medico su Yahoo! Answer” sulla pericolosità dei consulti online) sono alla base della riuscita di qualsiasi dieta.

A volte, però, questi elementi determinanti, potrebbero non bastare.


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Secondo una recente ricerca pubblicata dagli studiosi dell’Albert Einstein College of Medicine, infatti, il fallimento delle diete non sarebbe dovuto allo scarso impegno del paziente, bensì a causa di una forma di auto-cannibalismo che interesserebbe i neuroni, ovverosia le cellule cerebrali.

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L’auto-cannibalismo cellulare è un processo ormai notissimo in medicina e sarebbe comune alle cellule di numerosi organi e tessuti che compirebbero questa stravagante pratica per scopi di rigenerazione e “pulizia”.

Quando, però, si comincerebbe una dieta, si verificherebbe un fenomeno potenzialmente pericoloso nonché inutile.

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A causa dei regimi dietetici, infatti, che causano profonde modifiche alla quantità e alla qualità del cibo ingerito, i neuroni comincerebbero a mangiarsi per cercare di sopperire al minore apporto energetico. Il processo, però, a causa di sofisticati meccanismi di autodifesa, avrebbe dei limiti, e non permetterebbe il recupero dell’energia “persa” grazie a quesa particolare forma di cannibalismo. A questo punto, i neuroni stessi, bisogno di energia per il compimento delle proprie funzioni e impossibilitati a ricavarla da loro stessi, attiverebbero l’ipotalamo che lancerebbe al corpo lo stimolo della fame che indurrebbe il paziente a saziarsi venendo meno ai dettami stabiliti dalla dieta.

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