Nella maggior parte dei casi si tratta di tic che durano pochi mesi e regrediscono spontaneamente, ma in quali casi è necessario intervenire?
Capita molto spesso che gli adulti notino nei bambini dei tic nervosi di varia entità prodotti senza alcun motivo Qualche esempio? Si va classiche alzate di spalle, alle smorfie del viso, dalla tosse al tirare su con il naso di continuo e senza motivo fino al ripetere incondizionato delle parolacce. Ma come devono essere affrontati i tic nervosi dei bambini e quando arriva il momento d’intervenire?
Gli esperti consigliano di distinguere le due diverse tipologie di tic, di carattere vocale o motorio, ma al tempo stesso di non allarmarsi troppo. I tic nervosi colpiscono circa il 20% dei bambini, ma in modo transitorio.
Innanzitutto è il caso di osservare con attenzione l’evoluzione del tic visto che nella maggior parte dei casi i disturbi nei bambini sono temporanei e tendono a scomparire nell’arco di pochi mesi e senza cura di alcun tipo.
Nel caso in cui il disturbo si manifesti oltre un arco di tempo che superi un anno intero allora è il caso di rivolgersi a uno specialista, un neuropsichiatra infantile. In quel caso è necessario intervenire con una terapia che si basa sulla somministrazione di farmaci per riequilibrare i neurotrasmettitori, vale a dire tutte quelle sostanze che trasmettono le informazioni da un neurone all’altro. Naturalmente va affiancata anche una terapia di carattere psicologico che intervenga direttamente sul bambino che dovrà essere supportato in un momento particolarmente stressante e difficile per lui.
In un caso su 100 disturbi del genere potrebbero indicare la presenza della sindrome di Tourette, ma nella maggior parte dei casi il disturbo di carattere temporaneo tende a regredire spontaneamente.