Un gruppo di ricercatori credono di aver scoperto il perchè la luce aggrava ulteriormente il dolore nelle persone che soffrono di emicrania.
Lo rivelano in un recente rapporto pubblicato recentemente su Nature Neuroscience sostenendo che i percorsi della visione e del dolore contribuiscono congiuntamente a questo fenomeno.
Anche se i risultati non hanno, né ora né in futuro uno sbocco pratico, come nuove terapie, servono sicuramente a saperne di più su come funziona il meccanismo dell’emicrania.
I ricercatori, hanno evidenziato come in quella parte del cervello chiamata talamo si incontrano, nel tessuto cellulare, le informazioni che provengono dal sistema visivo con quelle del sistema del dolore.
Secondo uno degli autori dello studio, il professore di anestesia e neuroscienze presso il Beth Israel Deaconess Medical Center e l’Harvard Medical School di Boston, tra l’85 ed il 90% di coloro che soffrono di emicrania soffrono di fotofobia, un disturbo che si esprime proprio con l’aumento del dolore alla testa se sottoposti alla luce.
I ricercatori non avevano alcuna idea del motivo per cui ciò accadesse, e quindi hanno voluto scoprire dove ed in che modo i due percorsi, quello della sensazione di dolore e quello del sistema visivo venissero in contatto.
Per scoprirlo, il team ha studiato 20 persone non vedenti e sofferenti di emicrania, tra i quali sei non erano in grado di percepire alcuna luce ed avevano il nervo ottico del tutto non funzionante e nessuna esperienza di fotofobia. Il restante numero, pur essendo non vedenti erano in grado di percepire la luce, e soffrivano di fotofobia.
Questa semplice constatazione era già sufficiente a dimostrare la relazione tra la luce e l’emicrania.
I ricercatori hanno quindi scoperto, in una fase successiva, che una serie di fotorecettori, chiamati melanopsina, si proiettavano sui neuroni presenti nel talamo dove si dirigono per essere processati anche i segnali del dolore.
Il talamo è descrivibile come il centralino dei segnali sensoriali del cervello: li riceve dalle diverse parti del corpo, e li redirige alle varie aree del cervello motorie e cognitive dove devono essere processati.
Identificando quindi un nuovo percorso nel cervello che origina dagli occhi e si dirige sulle zone del cervello dove si trovano neuroni attivi durante gli attacchi di emicrania, si evidenzia come la luce sia in qualche modo responsabile di un maggior dolore, probabilmente, si pensa, perchè contribuisce ad aumentare l’attività elettrica dei neuroni.
Lo studio quindi giustifica coloro che dichiarano di soffrire di maggior dolore di fronte alla luce: non sono lamenti esagerati ma un fenomeno verosimile e che ha una base anatomica e fisiologica alle spalle.