Virus e declino cognitivo: la possibile correlazione secondo uno studio americano
Attenzione all’herpes labiale perché un virus apparentemente innocuo potrebbe riservare inaspettate e pericolose conseguenze.
Secondo uno studio pubblicato su Neurology, l’herpes labiale potrebbe causare perfino danni a livello neurologico scatenando disturbi della memoria e problemi cognitivi.
Eppure la febbre al labbro, causata dal virus dell’herpes labiale o herpes simplex, è molto comune fra le persone: si manifesta sotto forma di piccole bollicine contenenti siero che scatenano un fastidioso prurito e che poi si seccano fino a formare la crosticina evidente anche all’esterno.
Caratteristica dell’herpes labiale poi è di annidarsi nelle terminazioni nervose, ma di restare latente per tutta la vita di una persona per ripresentarsi soprattutto nei periodi di particolare stress.
Anche se non esistono cure definitive per poter curare l’herpes labiale, un recente studio francese ha identificato in un gel vegetale, il CS20, la cura palliativa per alleviare i sintomi dell’herpes dimostrandosi tanto efficace quanto i classici antivirali.
La ricerca condotta dalla dottoressa Mira Katan e dai colleghi della Columbia University Medical Center di New York in collaborazione con la Miller School of Medicine dell’Università di Miami, è partita dall’idea di valutare non solo la presenza di infezioni durante il corso della vita, ma anche di capire come potessero influire a livello neurologico.
I ricercatori hanno condotto lo studio su 1.625 persone (età media 69 anni) ai quali è stato alle quali sono stati estratti campioni di sangue per calcolare il livello d’infezioni nel sangue osservandone gli anticorpi. Comparando le analisi con i test cognitivi è stato dimostrato che le persone con i livelli più elevati d’infezione (anche comuni come l’herpes) presentavano un rischio maggiore pari al 25% di ottenere un punteggio basso nel test di comprensione.
GEL VEGETALE PER CURARE L’HERPES LABIALE
I pazienti sono stati monitorati per circa 8 anni e anche se lo studio non ha identificato una causa precisa e unica, i dati mostrano chiaramente che chi è stato oggetto di maggiori infezioni nel corso della vita, ha dimostrato di eseguire peggio i test con risultati inferiori a livello cognitivo.
Ovviamente si tratta di un primo studio che andrebbe approfondito, ma non è da sottovalutare la possibile causa-effetto in modo tale da poter identificare una prassi per ridurre i rischi di declino cognitivo ad esempio attraverso le vaccinazioni infantili contro i virus.
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