I neuroni inibitori impostano il livello della quantità di informazioni che affiorano in superficie, permettendo in questo modo al cervello di risparmiare gli sforzi processando ed elaborando informazioni non significative.
Lo sostengono i ricercatori della Yale University, che hanno verificato come fa il cervello a funzionare al meglio delle sue possibilità pur essendo sottoposto ad un vero e proprio diluvio di informazioni.
Lo studio è stato pubblicato di recente sulla rivista Neuron, ed è stato realizzato studiando il cervello di animali durante la visione di film contenenti scene di natura. I ricercatori hanno osservato che nel cervello sono presenti neuroni che svolgono un’azione inibitoria, che permette così al cervello di risparmiare energie mantenendo ed elaborando solo le informazioni visive essenziali.
Le cellule neuronali inibitorie agiscono sulle cellule della corteccia visiva, controllando il modo in cui le cellule eccitatorie interagiscono tra loro.
Per spiegare come funziona il meccanismo, gli autori dello studio utilizzano una metafora denominata “fenomeno iceberg”: di questo si vede solo la punta, ma si sa che, al di sotto del livello dell’acqua esso è di dimensioni decisamente più grandi di quanto affiora.
I neuroni inibitori impostano il livello della quantità di informazioni che affiorano in superficie, permettendo in questo modo al cervello di risparmiare gli sforzi processando ed elaborando informazioni non significative.
E’ noto da tempo che il cervello utilizza la maggior parte delle energie del corpo, e fino ad oggi non si capiva in che modo esso potesse agire in modo affidabile ed efficiente pur essendo sottoposto ad una massa notevole di informazioni sensoriali.