L'amigdala e l'ippocampo svolgono un ruolo cruciale nell'induzioni delle emozioni e nella formazione della memoria durante lo stato di veglia e sono i diretti responsabili dei sogni notturni
Il dipartimento di psicologia dell’Università La Sapienza assieme al dipartimento di Neurologia clinica e comportamentale dell’IRCCS santa Lucia ed assieme ai ricercatori dell’Università de L’aquila e Bologna hanno scoperto, grazie ad una tecnologia innovativa che sfrutta la risoluzione delle teniche di neuroimmagine, che queste due parti del cervello inducono i sogni.
Con questa tecnologia è stato possibile misurare volume e densità della materia grigia dell’amigdala e dell’ippocampo mettendoli in relazione con i sogni ricordati durante il risveglio e si è dimostrato che i parametrici volumetrici e strutturali dei due nuclei del cervello predicono gli aspetti qualitativi del sogno per ogni singola persona.
Luigi De Gennaro, coordinatore in capo della ricerca ha dichiarato che “Tutto é iniziato due anni fa quando ci siamo chiesti se aspetti microstrutturali della nostra anatomia cerebrale possono spiegare perché alcuni di noi non ricordano affatto i sogni, mentre altri ne conservano un ricordo così dettagliato che potremmo chiamarlo quasi “filmico”. Allo stesso modo, tra coloro che ricordano con regolarità i sogni, alcuni presentano narrazioni di estrema incongruenza e bizzarria e/o elevata emozionalità, mentre altri sono in grado di riportare poco più che descrizioni assai povere di eventi e scene. ”
I ricercatori stanno quindi studiando le alterazioni dei sogni in pazienti affetti dal morbo di Parkinson mettendo in relazione le variazioni della dopamina che è scarsa in questa patologia, con la struttura dell’ippocampo e dell’amigdala inrelazioni alle caratteristiche dei sogni.