Un nutrito team di ricercatori italiani avrebbe identificato il meccanismo che indurrebbe i prioni a compromettere le normali funzionalità dei neuroni del cervelletto.
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Renato Chiesa, importante neurologo italiano nonché unico responsabile della ricerca oggi alla nostra attenzione, avrebbe in mattinata dichiarato che: “in corrispondenza dei primi deficit motori si ha un’alterazione nel rilascio di un particolare messaggero chimico cerebrale, il neurotrasmettitore glutammato. Questo perché, accumulandosi all’interno del neurone, la proteina prionica alterata ostacola il trasporto sulla superficie della cellula di un’altra proteina coinvolta nel regolare il rilascio dei neurotrasmettitori“.
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La proteina prionica danneggiata, alterando il normale passaggio dei neurotrasmettitori dal centro verso la periferia, impedirebbe dunque allo stimolo cerebrale di raggiungere i nervi, e di conseguenza i muscoli, impedendo al soggetto di muoversi liberamente, indipendentemente ed autonomamente.
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Questo meccanismo così particolare, oltre a testimoniare della mancanza di collegamento tra il cervello e le aree periferiche del corpo umano, potrebbe altresì spiegare, sebbene al proposito numerose altre ricerche andrebbero condotte sull’argomento, i movimenti coreici tipici della quasi totalità delle malattie degenerative del sistema nervoso centrale.