La stimolazione elettrica del cervello potrebbe, secondo alcuni studi sperimentali sull'argomento, aiutare a ridurre i danni provocati dal Morbo di Alzheimer.
Secondo i medici autori della ricerca, infatti, un’efficace nonché profonda stimolazione cerebrale, grazie all’installazione di un elettrodo direttamente impiantato nel cervello, causerebbe il recupero, per lo meno in parte, delle originarie funzioni dei neuroni colpita dalla malattia.
In alcuni casi, a testimonianza che quanto ipotizzato possa essere vero, nei sei pazienti sottoposti alla sperimentazione, si è osservato un aumento di volume a carico dell’ippocampo, area cerebrale preposta al controllo della memoria che, nei pazienti malati di Morbo di Alzhaimer, solitamente necrotizza e, in alcuni di essi, la ripresa della circolazione del glucosio, sostanza nota per essere considerata il carburante del cervello.
Questo studio, dunque, pubblicato recentemente sulla rivista scientifica New Scientist, avrebbe dimostrato come, per lo meno in via sperimentale e per lo meno in parte, la stimolazione elettrica del cervello possa rivelarsi un utile contributo nella lotta all’Alzheimaer.
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Certamente è anche vero, però, che tale trattamento, per quanto possa rivelarsi utile, è stato provato solamente in via sperimentale, che non se ne conoscano gli effetti a lungo termine e che, nonostante tutto, non potrà mai considerarsi una cura efficace al 100% poiché, come ormai universalmente noto, il Morbo di Alzhaimer è una malattia progressiva e mai regressiva.