Un recente studio inglese ha rivelato che, in alcune grandi metropoli del Regno Unito il problema dell'inquinamento ambientale sta sollevando un altro inquietante aspetto: i bambini sono più esposti alle polveri sottili.
Le polveri sottili sono prodotte principalmente dal gas di scarico dei veicoli, oltre che da diverse aziende e dalle centrali termoelettriche. Di gran lunga inferiori per dimensioni alla larghezza di un capello umano, misurano meno di 10 micron (millesimi di millimetro), e vengono denominate PM10.
I risultati, presentati dai ricercatori dell’Università di Lancaster rivelano che i livelli di polveri sottili sono decisamente superiori, mediamente, ai dati forniti dai rilevatori ufficiali, proprio all’altezza dal suolo che corrisponde a quella dei bambini.
Una ragione di ciò è che spesso i dispositivi di controllo sono piazzati ad un’altezza da solo superiore ai 3 metri, per impedire che vengano manomessi o subiscano danni da atti di vandalismo.
Tale ricerca è affiancata al monitoraggio della salute polmonare in un gruppo di bambini, seguiti da vari anni in diverse località urbane ed extraurbane inglesi per un totale di 203 bambini di 10 diverse scuole.
I risultati mostrano che la capacità polmonare dei bambini londinesi di età tra 8 e 9 anni è del 5% inferiore alla media nazionale. Ed ulteriori studi condotti su 149 bambini hanno rilevato che 11 di essi avevano una capacità polmonare inferiore all’80%, il che è un livello già molto preoccupante per l’insorgere di problemi legati all’apparato respiratorio, come l’asma, e dello sviluppo di più alti fattori di rischio in età adulta.
Se è vero che i risultati riguardano la nazione anglosassone, già sanzionata in passato per non aver rispettato i livelli di polveri sottili ed inquinamento stabiliti dall’Unione Europea, è anche vero che questo nuovo sistema di rilevazione della presenza di polveri sottili ad altezza di bambino probabilmente potrebbe dare risultati altrettanto allarmanti se applicato nelle metropoli italiane.