Una recente scoperta dell'equipe medica, pubblicata su Journal of Biological Chemistry, ha scoperto che c'è un sistema per combattere la tubercolosi che potrebbe essere molto efficace.
Una recente scoperta dell’equipe medica, pubblicata su Journal of Biological Chemistry, ha scoperto che c’è un sistema per combattere la tubercolosi che potrebbe essere molto efficace.
Studiando comparativamente le sequenze genetiche dei batteri della tubercolosi umana ( Mycobacterium tuberculosis) e quelli della tubercolosi che colpisce gli animali, in particolare i bovini (Mycobacterium bovis), che non è in grado di colpire l’uomo.
I ricercatori hanno scoperto una differenza sostanziale tra i due batteri: quelli che colpiscono gli animali non presentano un enzima, chiamato dai ricercatori edaxadiene, che invece è presente nel batterio che colpisce l’uomo.
Questo enzima sembra che abbia la capacità di proteggere il batterio quando penetra nell’organismo umano, impedendo ai macrofagi, le cellule destinata all’individuazione e distruzione dei microbi nocivi, di poterli attaccare e distruggere.
Il passo successivo per i ricercatori, è stato quello di individuare un meccanismo che potesse impedire al batterio della tubercolosi di produrre l’enzima.
A livello sperimentale, i ricercatori sono riusciti a scoprire un inibitore della produzione dell’enzima, almeno negli esperimenti in provetta.
Il problema ora è quello di scoprire il modo di valutare se l’efficacia di tale strategia si possa applicare all’uomo.
Ed è questo lo scoglio più grande da superare, perchè una sperimentazione di questo genere, efficace solo sull’uomo, non è evidentemente testabile sugli animali: trovare un inibitore che lavora negli esseri umani, stabile e che può essere tranquillamente ingerito è un processo che può richiedere un decennio.