Secondo le ultime teorie evoluzionistiche i malati di Asperger avrebbe giocato un ruolo decisivo nell'evoluzione della specie.
Circa 100.000 anni fa, secondo quanto dichiarato al New Scientist da Penny Spikins, archeologo dell’Università di Cambridge che è giunto a sostenere, con sempre maggiori vigore e convinzione, la tesi della quale ci stiamo occupando, l’umanità avrebbe subito la prima della lunghissima serie di rivoluzioni che l’hanno portata all’attuale livello di conoscenza.
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In particolare, secondo i reperti archeologici risalenti alla succitata epoca, si poté assistere sia ad una rivoluzione tecnologica, grazie al quale l’uomo imparò a costruire ed usare l’arco, le frecce, la lancia, sia ad una rivoluzione artistica che portò gli individui ad incidere le pareti delle proprie grotte delle forme che ognuno di noi oggi conosce.
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La causa di questo scalino nell’evoluzione, giacché il processo di trasformazione sarebbe stato molto più rapido di quanto ci si sarebbe potuti legittimamente attendere da un’evoluzione piana e regolare, è l’improvvisa introduzione nella nascente società umana dei soggetti affetti da quella che oggi chiamiamo Sindrome di Asperger che dona, al prezzo di autismo e schizofrenia, un intelligenza fuori dal comune che gli ominidi di allora, molto più degli uomini di oggi, seppero sfruttare e valorizzare nel migliore dei modi.