Depressione e pensieri suicidi: più frequenti nei ragazzi che dormono poco

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I ragazzi cui i genitori permettono di restare svegli, nel week end fino ad oltre la mezzanotte, hanno una maggiore probabilità di diventare depressi o sviluppare impulsi suicidi rispetto ai ragazzi a cui genitori impongono di andare a dormire prima.

I risultati dello studio provengono da una ricerca che ha coinvolto 15.659 ragazzi insieme ai loro genitori, realizzata da un’equipe di specialisti che ha lavorato su dati forniti da una corposa indagine promossa dall’Istituto Nazionale della Salute statunitense, ed è il primo studio realizzato per esaminare gli effetti delle ore di sonno sulla salute mentale di bambini ed adolescenti.

I risultati sono chiari: gli studenti delle scuole medie e superiori che non vanno a letto prima di mezzanotte risultano il 42% delle volte più a rischio di diventare depressi, rispetto ai ragazzi che vanno a letto alle 22 o prima. I ragazzi che hanno il permesso di restare alzati fino a tardi poi manifestano il 30% in più di volte di aver avuto pensieri suicidi negli ultimi anni.
Le differenze sono più piccole, ma significative, tra il 25% ed il 20% rispettivamente dopo che i dati vengono divisi per età, sesso, razza ed etnia.

Il sondaggio ha rilevato che i bambini che si coricano tra le 21 e le 22 dormono, in media, per 8 ore e 10 minuti in media, rispetto alle 7 ore e mezza dei ragazzi che restano svegli fino a dopo mezzanotte.

La lezione è semplice per i genitori: devono provare, per quanto possibile, a far capire l’importanza del sonno ai ragazzi, anche se apparentemente sembra che essi ne abbiano meno bisogno dei bambini più piccoli.

I ricercatori puntano poi il dito su un’altra questione importante, il fatto che i dati raccolti si riferiscono a sondaggi eseguiti tra il 1194 ed il 1996, prima quindi della grande esplosione della comunicazione online che conosciamo oggi. E’ quindi probabile, affermano, che le percentuali oggi siano in rapida crescita, perchè allora non esistevano distrazioni ed attività che invece oggi sono molto comuni e praticate dai giovani, per esempio i social network come Facebook.

I risultati sono stati presentati allo SLEEP 2009 Seattle, durante la riunione annuale della Associated Professional Sleep Societies.

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