Disturbo di conversione, sintomi e cause

di Redazione

Il disturbo di conversione, noto anche come isteria di conversione rientra secondo il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico) delle malattie mentali nei cosiddetti disturbi somatoforfi (come l’ipocondria, il disturbo del dolore, quello di somatizzazione, e il disordine dismorfico del corpo). In particolare il disturbo di conversione è caratterizzato da una perdita funzionale neurologica e/o sensoriale improvvisa, conseguente solitamente ad un forte impegno psichico o emotivo. Da qui il termine conversione che indica il passaggio ad un deficit funzionale fisico, in assenza di cause organiche accertate.

Disturbo di conversione cause sintomi


Sintomi

I sintomi del disturbo di conversione possono comparire improvvisamente dopo un evento stressante o un trauma, sia esso di origine fisica o psicologica. Tra quelli che riguardano il movimento troviamo:
• Debolezza o paralisi
• Movimenti anomali, quali tremori o difficoltà a camminare
• Perdita di equilibrio
• Difficoltà a deglutire o sensazione di “nodo alla gola”
• Crisi epilettiche o convulsioni
• Episodio di mancata risposta funzionale di vario tipo
Tra i possibili sintomi che invece colpiscono i sensi possiamo avere:
• Intorpidimento o perdita della sensazione del tocco
• Problemi di linguaggio, come l’incapacità di parlare o difficoltà a parlare (mutismo)
• Problemi di vista, come visione doppia o cecità
• Problemi di udito o sordità

Tutti questi disturbi possono essere di entità più o meno grave e diffusa e al contempo essere altalenanti (andare e venire) o persistenti (cronici, ovvero una volta manifestati non passano).

 

Disturbo di conversione, cause e fattori di rischio

Gli episodi di disturbo di conversione sono quasi sempre scatenati da un evento stressante, un conflitto emotivo o da un altro problema di salute mentale, come la depressione. L’esatta causa del disturbo di conversione è sconosciuta, ma la parte del cervello che controlla i muscoli e i sensi può essere coinvolta: si tende ad identificare come il modo del cervello di reagire immediatamente a qualcosa che ritiene una minaccia, ovvero come una fisiologica risposta cerebrale.
Fattori di rischio del disturbo di conversione sono oltre ad evento traumatico-stressante:
• Essere di sesso femminile
• Soffrire di un problema di salute mentale (disturbi d’ansia, del tono dell’umore, disturbo dissociativo o alcuni disturbi di personalità)
• Avere una malattia neurologica che provoca sintomi simili, come l’epilessia
• Avere un membro della famiglia con disturbo di conversione
• Una storia di abusi fisici o sessuali e di abbandono durante l’infanzia

Alcuni studi scientifici hanno identificato (seppur non in modo univoco) alcune correlazioni tra la presenza di questo disturbo ed alcune malattie neurologiche.

Complicanze

In presenza dei sintomi sopra descritti è chiaramente opportuno rivolgersi al proprio medico curante che, ovviamente avvierà una serie di indagini clinico-diagnostiche per capire la causa del problema (ad esempio dell’improvvisa cecità o della paralisi di un arto). Escluse problematiche fisiche, con il consulto da uno specialista di salute mentale esperto in disturbi somatoformi si potrà prontamente avviare la terapia del caso. Secondo gli esperti, la maggior parte delle persone migliorano se la terapia è immediata e corretta. Se questo non accade purtroppo la complicanza più comune è la cronicizzazione del sintomo con conseguente disabilità equivalente a quella di una malattia organica (la cecità non guarisce, ad esempio).

 

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Fonte: Mayo Clinic

Foto: Thinkstock

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