Secondo alcuni esperti i professionisti delle malattie mentali sono stati per molto tempo erroneamente indulgenti nei confronti del vizio del fumo tra i propri pazienti.
Gli individui dai vent’anni in su affetti da depressione hanno il doppio delle probabilità di diventare fumatori accaniti e l’evidenza di tale collegamento è riuscita a stupire persino i ricercatori, che hanno pubblicato la loro ricerca per conto del CDC’s National Center for Health and Statistics.
Un rapporto, quello tra depressione e fumo, che risulta inoltre crescere negli ultimi anni: se tra il 1952 ed il 1970 i ricercatori hanno riscontrato solo un collegamento insignificante, i dati esaminati nell’intervallo temporale tra 2005 e 2008 hanno invece espresso un legame certamente più significativo:
Circa il 43% degli adulti dai vent’anni in su affetti da depressione fumano, rispetto al 22% dello stesso campione di persone senza depressione.
Le donne depresse sono fumatrici al pari degli uomini, mentre nella norma le donne fumano assai meno degli uomini.
Più è forte la depressione più sono alte le percentuali di fumatori e fumatrici.
I fumatori affetti da depressione fumano di più dei fumatori non depressi.
Gli adulti che sono depressi e fumano hanno più difficoltà a smettere di fumare.
Lo studio ha inoltre scoperto che anche gli adulti che presentano sintomi di depressione molto lieve, tale da non essere diagnosticata clinicamente, sono percentualmente più probabili fumatori, rispetto alle persone senza sintomi depressivi.
Il motivo di tale associazione non è ancora spiegato chiaramente ed esulava dagli scopi della ricerca in questione, ma gli esperti da tempo sostengono che le persone depresse tendono a fumare di più come forma di “auto-medicamento”: le sigarette avrebbero una funzione calmante e rilassante.
Secondo alcuni esperti i professionisti delle malattie mentali sono stati per molto tempo erroneamente indulgenti nei confronti del vizio del fumo tra i propri pazienti nella convinzione che pretendere da questi di smettere di fumare potesse pregiudicare o rendere più difficili le cure.
Fonte HealthDay