Il disturbo bipolare, notoriamente difficile da diagnosticare e da trattare, può avere come conseguenza anche il suicidio, che, secondo recenti studi, occorre in un tasso molto elevato, fino al 20% dei casi.
Non tutte le persone con disturbo bipolare hanno un rischio analogo di suicidio. Secondo una ricerca condotta su più di 32.000 casi di disturbo bipolare, è risultato che gli uomini tentano il suicidio con meno frequenza delle donne, sebbene è anche vero che queste ultime risultano fallire più frequentemente nel tentativo.
Ciò non significa però che l’intenzione sia differente, ma semplicemente che uomini e donne scelgono mezzi diversi per commettere il suicidio.
Le persone con alti livelli di ansia risultano maggiormente inclini al suicidio, e la probabilità di successo dei loro tentativi risulta più elevata.
Tra i segnali di allarme ci possono essere una serie di condizioni, come il desiderio di farsi male, o di far male agli altri, oppure la ricorrenza di pensieri suicidi o il ricordo insistente di qualcuno che l’ha commesso.
Altri “segnali d’allarme” possono essere identificati in determinati comportamenti come l’abuso di sostanze stupefacenti e di alcol, parlare, disegnare o scrivere sulla morte o di oggetti o eventi che la possono causare.
Altri comportamenti che possono identificare pensieri suicidi nel disturbo bipolare sono la tendenza a rimanere da soli per un lungo periodo, dilapidare le proprie sostanze, ed avere atteggiamenti deliberatamente aggressivi ai quali si alterna una calma improvvisa.
Fonte HealthCom