Nuove tecnologie per diagnosticare schizofrenia e psicosi

testa

Le moderne tecnologie di neuroimaging funzionale hanno aiutato un gruppo di ricercatori ad identificare quella parte del cervello nella quale sembra si possano individuare disturbi come schizofrenia o condizioni psicotiche.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Archives of Psychatry riporta il lavoro svolto da un’equipe medica della Columbia University di New York.

I ricercatori hanno applicato la nuova tecnologia, che analizza in maniera efficace quali parti del cervello sono più attive in una determinata situazione, su 18 pazienti considerati ad alto rischio di psicosi.

Nel 70% dei pazienti analizzati è risultato che un’area del cervello, una regione dell’ippocampo conosciuta come sottocampo CA1, risultava interessata da un’attività molto elevata.

La cura di malesseri come schizofrenie e psicosi, in molti casi può essere efficace se diagnosticata in una sua fase preliminare e nei primi stadi del suo sviluppo, anche per poter realizzare farmaci adeguati.

Se in futuro tale ricerca dovesse fornire dati ancora più significativi degli attuali, per i medici sarebbe un grande passo avanti nello studio di un disturbo, la schizofrenia, che fino ad oggi è stato impossibile diagnosticare preventivamente e con certezza.

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