L’equipe di ricercatori che proviene dalla Monash University, in Autralia, ha incluso nello studio 295 donne, tra i 20 ed i 65 anni che dichiaravano di essere sessualmente attive per più di due volte al mese.
L’intento era quello di esplorare i legami tra soddisfazione sessuale e benessere nelle donne, e verificare se ci fossero differenze in ciò tra le donne in pre e post menopausa.
Se lo studio ha rilevato che le donne sessualmente insoddisfatte risultavano avere uno stato di benessere e di vitalità più bassi la ricerca ha però anche fatto emergere una serie di questioni di carattere metodologico che in qualche modo possono mettere in dubbio questa conclusione.
In primo luogo, secondo i ricercatori, è stato impossibile determinare se le donne che dichiaravano livelli di benessere minori lo erano perché sessualmente insoddisfatte, o piuttosto il contrario, e cioè che le donne con un basso indice di benessere tendono ad essere anche sessualmente insoddisfatte.
In secondo luogo, hanno concluso i ricercatori, la frequenza dell’attività sessuale nelle donne non può essere preso come un indicatore affidabile di benessere sessuale.
Questa conclusione deriva dall’osservazione che il 90% delle donne intervistate nello studio ha dichiarato che la loro attività sessuale ha coinvolto un partner, e che questo è stato, nel 50% dei casi, colui che avviava l’attività sessuale.
Ciò significa che l’attività sessuale delle donne coinvolte nello studio può aver subito l’influenza decisiva della presenza/assenza del partner, così come della sua attività sessuale, fattori questi che non sono stati presi in considerazione valutando i risultati.
E questo ha fatto anche si che molte donne, che si dichiaravano insoddisfatte a livello di benessere risultavano avere nonostante ciò un livello di attività sessuale costante, probabilmente dovuto alla presenza del partner ed alle sue aspettative.