Ferro, zinco e potassio efficaci contro la sindrome premestruale

Otto donne su dieci soffrono di sindrome premestruale, una serie di ovvero alterazioni biologiche e fisiologiche dell’organismo della donna che si presentano prima del ciclo.

Irrequietezza, nervosismo, irritabilità, cefalea, insonnia, ma anche gonfiore addominale, nausea e ritenzione idrica sono solo alcuni dei sintomi che possono puntualmente presentarsi ogni mesi. E allora come affrontare i giorni della sindrome premestruale?

Un recente studio condotto dai ricercatori delle università del Massachusetts di Amherst e Harvard, aveva messo in evidenza ancora una volta l’importanza dell’alimentazione.

Mangiare alimenti che contengono ferro non-eme, che si trova delle verdure, sarebbe utile per ridurre i sintomi della sindrome premestruale, ma anche a prevenirla.

Ma dove si trova il ferro non-eme? Nei broccoli, nei semi di sesamo tostati o nelle albicocche secche che si confermano essere degli alimenti particolarmente indicati da consumare per contrastare la sindrome premestruale.

In particolare poi i broccoli sono ricchissimi di ferro non-eme, ma non solo: sono ricchi anche di sali minerali e contengono calcio, fosforo e potassio, ma anche vitamina C, vitamina B1 e B2 e il sulforafano, che previene la crescita di cellule cancerogene favorendo apoptosi e combattono la ritenzione idrica aiutando l’organismo a depurarsi eliminando le scorie.

BROCCOLI CONTRO LA SINDROME PREMESTRAUALE

Lo studio ha mostrato che il ferro non-eme infatti favorisce la produzione di serotonina da parte del cervello che va regolare direttamente l’umore. Lo studio è stato condotto per 10 lunghi anni durante i quali sono stati monitorate circa 3.000 infermiere donna che soffrivano di tensione premestruale. Analizzando nel corso degli anni la dieta delle donne i ricercatori si sono resi conto di un concreto legame tra l’assunzione di buone quantità di ferro non-eme e una minore sintomatologia legata alla sindrome premestruale.

 

LUPPOLO CONTRO LA SINDROME PREMESTRUALE

 

Secondo lo studio per prevenire o ridurre la sindrome premestruale è necessario assumere 20 mg di ferro non-eme attraverso una dieta corretta e varia. Tra l’altro lo studio ha messo anche in evidenza che gli effetti del ferro non eme assunto attraverso l’alimentazione e attraverso gli integratori sortiscono lo stesso effetto.

La ricerca inoltre ha messo in evidenza che oltre al ferro, anche lo zinco e il potassio giocherebbero un ruolo molto importante per contrastare la sindrome premestruale. I valori bassi di zinco sembrano aumentare i disturbi legati alla sindrome premestruale, ma i valori troppo alti di potassio tendono a peggiorarli.

Questo però è solo il primo studio prima di poter capire meglio quelli che sono i rapporti tra i sintomi mestruali e il potassio.

 

 

 

Foto Thinkstock

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