L’aloe cura in cancro? E’efficace per contrastare il tumore al colon, al seno o al polmone, forme neoplastiche estremamente diverse l’una dall’altra? L’argomento è di quelli particolarmente scottanti che contrappongono la medicina ufficiale ai rimedi naturali, innescato da alcune ricerche scientifiche, tutte da approfondire e soprattutto dalle teorie di Padre Romano Zago un frate francescano originario del Brasile che sostiene di aver messo a punto una speciale ricetta a base di Aloe arborescens, miele naturale e grappa, in grado di curare “da sola” varie forme di tumore. Gli esperti mettono in allarme. Occorre distinguere le proprietà fitoterapiche di questa pianta, indubbie sotto molti punti di vista, efficaci a supporto ( e dunque complementari) delle varie terapie anticancro, da quelle promosse come curative ed alternative.
L’aloe e le sue proprietà benefiche
L’Aloe è una pianta molto comune anche in Italia, nelle sue molteplici varietà: la più nota è sicuramete l’Aloe vera. I derivati di tale pianta (il gel ed il lattice che si estraggono dalla stessa) sono stati utilizzati sin dai tempi più remoti per curare alcuni disturbi di salute, specie quelli legati alla pelle. L’aloe ha proprietà idratanti e cicatrizzanti, il che ne ha sempre fatto un buon rimedio naturale per le piccole ferite o le scottature. Allo stesso tempo è stata (ed è tutt’ora) utilizzata come antibatterico e contro la stitichezza. Quando Padre Zago ha descritto in un suo libro le proprietà anti cancro di tale pianta, il mondo scientifico si è scosso e si è attivato in una serie di studi, atti a valutare la possibilità di una efficacia: di fatto sono note anche le proprietà immunostimolanti ed antinfiammatorie di questa pianta, fattori che oggi sappiamo essere implicati nello sviluppo di tumori.
Gli studi scientifici
La posizione dell’American Cancer Society al riguardo, però non lascia attualmente dubbi, ma solo spiragli per il futuro: finora nessuno studio scientifico ha portato a dire con certezza che tali proprietà antitumorali siano vere e valide. Dunque al quesito “l’aloe cura il cancro?” ….la risposta è NO. In corso ci sono comunque ancora molti lavori. L’attenzione degli esperti si è focalizzata su molecole, principi attivi, presenti nella pianta, di cui sono note e riconosciute alcune proprietà benefiche, Stiamo parlando ad esempio dell’acemannano, che agiremme sul sistema immunitario stimolando la produzione di citochine o dell’aloeride, un forte stimolante del sistema immunitario. L’emodina -altra molecona presente nelle foglie dell’aloe- si è invece dimostrata efficace nel bloccare in vitro la crescita di cellule neoplastiche del tumore della testa e del collo e del tumore al fegato stimolando l’apoptosi, ovvero la “morte” e distruzione delle cellule, processo determinante in calo di cancro. Un altro fattore, il DEHP, (o di(2-etilesil)ftalato) si è dimostrato in grado di bloccare le cellule della leucemia. Attenzione però perché questi dati positivi sono stati riscontrati solo ed esclusivamente in modelli in vitro, in laboratorio: è ancora lungo il percorso scientifico per dire come e se effettivamente potrebbero funzionare in caso di tumore nel corpo umano. Finora gli studi al riguardo sono arrivati al massimo ad alcuni modelli animali (topi) che però hanno dato risultati contrastanti, talvolta favorevoli e talvonta sfavorevoli e scatenanti anche eventi avversi. Solo uno studio-italiano- ha testato l’aloe in pazienti oncologici, ma non come alternativa alle cure, bensì complementare, ovvero insieme alla chemioterapia: i risultati sono stati positivi, con un miglioramento della prognosi e della qualità della vita di coloro che l’avevano assunta. L’ottica è questa allo stato delle cose, assolutamente l’aloe, non può farsi da sola sostituta delle terapie: le testimonianze altrimenti raccontate, come quelle di Padre Zago, non sono state documentate su basi scientifiche.
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Foto: Thinkstock
Fonte: American Cancer.org