Entro il 2025, in base alle statistiche più recenti, oltre 25 milioni di italiani resteranno senza medico.
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Il problema, secondo il responsabile dell’ente previdenziale dei medici, sarebbe da ricercarsi, in massima parte, in due fondamentali fattori che, nell’arco di una decina d’anni, avrebbero profondamente condizionato, modificandole radicalmente, le scelte dei medici di medicina generale, delle guardie mediche e dei medici pediatri.
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Il crescere dei carichi di lavoro, congiuntamente all’imprevedibile crisi economica degli ultimi 4 anni, avrebbero fatto propendere moltissimi medici, o comunque molti di più rispetto a quelli preventivati, per il prepensionamento o per differenti forme di pensionamento anticipato, facendo letteralmente crollare l’età media di pensionamento della categoria.
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Se, infatti, agli inizi degli anni 2000 solamente una piccolissima percentuale di medici, inferiore al 3%, sceglieva di ritirarsi a vita privata entro i 65 anni di età, attualmente quella percentuale sarebbe esponenzialmente cresciuta sino a toccare il 25%.
Allo studio sia della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) che dell’ENPAM, dunque, vi sarebbero oggi manovre correttive che inducano la categoria a spostare, maggiormente avanti nel tempo, l’età minima per il pensionamento.
Obiettivo, dichiarato, è quello di aumentare, entro il 2018, l’età per la pensione ordinaria dagli attuali 65 ai futuri 68 anni di età.