Il tumore alle ovaie, ogni anno, colpisce sempre più donne. Ma da qualche tempo è stato scoperto un farmaco per combatterlo. Quale?
Porta il nome di bevacizumab e passa alla storia come il primo farmaco di natura biologica capace di entrare a tutti gli effetti nel trattamento del tumore ovarico in fase avanzata. Ad approvarlo è l’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco. Il bevacizumab è disponibile già da maggio 2013 e dovrebbe entrare nelle farmacie come farmaco di prima linea nel mese di dicembre. La sua funzionalità, dunque, è quella di favorire il trattamento del carcinoma alle ovaie sul quale vale la pena saperne di più.
Bisogna infatti sapere che ben cinquemila donne si ammalano ogni anno di tumore ovarico. Il più delle volte, questa malattia è percepibile solo quando il carcinoma è già allo stadio avanzato. Può dunque essere considerata come una malattia silenziosa. Molte volte, operazione e cicli di chemioterapia offrono buoni risultati se il tumore è ‘preso’ in tempo. Ma non si tratta di risultati efficaci a lungo termine. Su dieci donne, otto vedono il tumore ripresentarsi entro ventiquattro mesi.
Gli esperti sostengono che il bevacizumab agisce impedendo che i vasi sanguigni di cui il tumore ha bisogno per espandersi e distribuirsi in altre zone dell’organismo si sviluppino nel loro ‘naturale’ processo.
Per quanto concerne la terapia, essa viene somministrata tramite endovena ogni 3 settimane di concerto con la chemioterapia inizialmente, e poi in qualità di terapia di mantenimento per altri 15 mesi successivamente alla fine della chemio. L’azienda farmaceutica, la Roche intanto ha deciso di dare un rimborso al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per le spese del farmaco, nel caso in cui dopo otto mesi dalla fine della terapia non vi sia stato alcun esito efficace nel bloccare o rallentare la progressione della malattia.