Farmaco antitumorale per curare l’Alzheimer

Un team di neuroscienziati facenti capo alla School of Medicine della Case Western Reserve University, università statunitense, con sede a Cleveland, Ohio, delle più prestigiose e rinomate a livello globale, avrebbe in questi giorni pubblicato, sulle colonne della più importante e famosa rivista scientifica al mondo, ovverosia Science, i risultati di un approfondito studio, condotto negli scorsi anni, finalizzato a dimostrare l’efficacia di alcuni farmaci antitumorali nel trattamento e nella cura dell’Alzheimer, patologia degenerativa del sistema nervoso centrale.

DIGIUNARE PER POTENZIARE GLI EFFETTI DELLA CHEMIOTERAPIA

In particolare, come dichiarato da uno dei principali autori della ricerca, il medico e scienziato della succitata università Daniel Wesson, si sarebbero voluti indagare i possibili effetti collaterali, in questo caso oltre modo benefici, dell’applicazione di bexarotene, uno dei più diffusi, utilizzati ed efficaci farmaci antitumorali mai inventati dall’uomo.

STIMOLAZIONE ELETTRICA PER CURARE L’ALZHEIMER

Ebbene, stando a quanto confermato da Gary Landreth, professore di neurologia presso la Case Western Reserve University, il bexarotone, oltre a ridurre il decadimento delle cellule cerebrali dovuto all’insorgenza ed al progredire dell’Alzheimer sarebbe efficacie sin dalle primissime applicazioni.

COS’E’ LA DEMENZA

In particolare, per lo meno su modello murino,si sarebbe osservata una riduzione del 50% delle placche amiloidi a sole 8 ore dalla prima somministrazione del farmaco. L’effetto benefico, inoltre, avrebbe avuto una durata superiore ai 3 giorni.

Lascia un commento

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.