A far dubitare gli scienziati sarebbe l'interazione, purtroppo sempre più ingenuamente diffusa, tra fitoterapia e specialistici trattamenti antitumorali quali la radioterapia e, in particolare, la chemioterapia.
A far dubitare gli scienziati, brillantissimi, di alcuni dei più importanti istituti di ricerca mondiali sulla prevenzione, la diagnosi e la cura dei tumori, ovverosia il Memorial Sloan-Kattering Cancer Center (New York) e l’University of Texas M. D. Anderson Cancer Center (Houston), sarebbe l’interazione, purtroppo sempre più ingenuamente diffusa, tra fitoterapia e specialistici trattamenti antitumorali quali la radioterapia e, in particolare, la chemioterapia.
► DIGIUNARE PER POTENZIARE GLI EFFETTI DELLA CHEMIOTERAPIA
Sebbene, infatti, la fitoterapia si sia dimostrata oltremodo utile nel trattamento delle più comuni patologie e nonostante il desiderio, comprensibile ma non già giustificabile, di tutti i pazienti oncologici di rivolgersi, per la risoluzione della propria problematica, a medicine altre, l’interazione tra chemioterapia e fitoterapia potrebbe rivelarsi decisamente inutile se non addirittura compromettente o pericolosa.
► GLUTATIONE, UN POTENTE ANTIOSSIDANTE
Non mancherebbero, infatti, le evidenze scientifiche comprovanti la capacità, di molti rimedi fitoterapici, di annullare gli effetti benefici di molti dei più comuni farmaci chemioterapici piuttosto che di potenziarne la tossicità.
Tra le più note e negative interazioni tra farmaci afferenti alla fitoterapia e farmaci afferenti alla chemioterapia sarebbero sicuramente da segnalarsi quelle tra:
– iperico e tamoxifene, taxolo e imatinib
– tè verde e bortezomib
– ginseng e imatimib
– estratti di soia, trifoglio e liquirizia e inibitori dell’aromatasi.