I disturbi del sonno in età adulta o anziana potrebbero essere indicativi di una vera e propria patologia nascosta che, evidentemente, starebbe compromettendo proprio qualità e durata del sonno.
Anzi, stando alle ricerche condotte dagli esperti del sonno della Facoltà di Medicina dell’Università della Pennsylvania, sarebbe vero esattamente il contrario o, per lo meno, sarebbe errata la concezione soggettiva della qualità del sonno che si creda debbano aver le persone anziane.
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I disturbi del sonno in età adulta o anziana, specie se correlati a frequenti episodi di stanchezza diurna piuttosto che di scarse condizioni di salute, andrebbero dunque immediatamente segnalati al proprio medico curante poiché, stando a quanto dichiarato da Michael Grandner, uno dei principali autori della ricerca oggi alla nostra attenzione, potrebbero essere indicativi, a differenza di quanto si era sino ad oggi sempre sospettato, non già del semplice e banale invecchiamento, ovverosia dell’avanzare dell’età, bensì di una vera e propria patologia nascosta che, evidentemente, starebbe compromettendo proprio qualità e durata del sonno.
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L’indagine, alla quale avrebbero preso parte circa 150.000 volontari adulti di età superiore ai 50 anni, avrebbe inoltre lasciato emergere non soltanto che il sonno, per lo meno da un punto di vista soggettivo, migliorerebbe con l’età, bensì anche che sarebbero le donne, di qualunque età, a soffrire dei più gravi e differenti problemi del sonno e come questi ultimi si manifesterebbero, in particolar modo, in presenza di patologie prettamente psicologiche quali la depressione.