Come si fa la diagnosi della sindrome (o disturbo) da deficit di attenzione ed iperattività noto anche con l’acronimo A.D.H.D (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder)? La questione non è semplice perché va ad impattare con quella che è considerata una pura vivacità nel bambino. Da tempo si dibatte sulla diagnostica di questo disturbo neurocomportamentale per il quale in taluni casi vengono prescritti farmaci come il ritalin dai pesanti effetti collaterali. Delle linee guida per la diagnosi sono comunque state tracciate. Ecco cosa occorre sapere.
A chi rivolgersi
In caso di dubbio, a chi rivolgersi? Spesso sono le insegnanti a sottoporre l’attenzione al problema ai genitori. Se questo non accade è opportuno un consulto con loro al riguardo. Nell’ambiente scolastico, dove occorre rispettare regole di gruppo e socializzazione, un bambino con deficit di attenzione ed iperattività è più facile da individuare (almeno come ipotesi da indagare). A quel punto, nel dubbio bisogna rivolgersi ad uno specialista (neuropsichiatra infantile è meglio): il medico di base o pediatra può consigliare. Una valutazione completa può comunque richiedere più figure professionali compreso il pediatra, uno specialista in difficoltà di apprendimento, assistente sociale o un terapista occupazionale con esperienza in ADHD .
Cosa tenere presente
Al medico occorrerà esporre una serie di informazioni, oltre l’anamnesi generale che riguarda la salute del bambino: i sintomi che spingono al sospetto di ADHD, quando sono iniziati, se si verificano ovunque o solo a casa o a scuola, se rendono difficile la socializzazione o influenzano in qualche modo le attività quotidiane sue o familiari, se ci sono stati recenti o meno eventi traumatici per il bambino (lutto, divorzio, cambio di casa, ecc.), se c’è familiarità con questa sindrome, eccetera.
Come si fa la diagnosi
Non esiste un semplice test per determinare se un adulto o un bambino soffre di ADHD, ma lo specialista può fare una diagnosi accurata, dopo una valutazione dettagliata che può includere: un esame fisico, che può aiutare a escludere altre possibili cause per i sintomi e una serie di domande con il paziente e la famiglia, ma anche con gli insegnanti, per comprendere bene il comportamento. I criteri per fare una diagnosi di ADHD nei bambini, adolescenti e adulti sono descritti di seguito.
Diagnosi nei bambini e negli adolescenti
La diagnosi di ADHD nei bambini dipende da una serie di criteri rigorosi: deve avere sei o più sintomi di disattenzione, o sei o più sintomi di iperattività e impulsività.
A ciò va aggiunto:
- i sintomi devono essere persistenti da almeno 6 mesi
- sono iniziati prima dei 12 anni
- sono presenti in varie situazioni ambientali (ad esempio sia a casa che a scuola-per escludere che si tratti di reazione a determinate figure adulte)
- sintomi che rendono la vita molto più difficile a livello sociale, scolastico o lavorativo
- sintomi che non sono solo parte di un disturbo dello sviluppo o fase difficile, e non sono meglio giustificati da un altro stato
Diagnosi negli adulti
La diagnosi di ADHD negli adulti è ancora più difficile perché non c’è accordo sull’utilizzare in questa fascia d’età i medesimi criteri dei bambini e degli adolescenti. In generale si calcola comunque la presenza di 5 o più sintomi di disattenzione o di iperattività ed impulsività, ma che siano presenti dall’infanzia. Importante anche in tal senso parlare con genitori o parenti per lo specialista, per comprendere-l’addove il paziente adulto non ricordasse- se esistessero problematiche drelative a questo disturbo. Un adulto con Adhd ha inoltre altre problematiche che possono aiutare a portare alla diagnosi: difficoltà a fare o mantenere amicizie , lavoro o partner, guida pericolosa ed eccessi di vario tipo, anche consumo di droghe.
In tutti i casi, una volta accertato il problema si può decidere per un trattamento terapeutico.
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Fonte: Nih.gov
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