La George Washington University (Usa) ha recentemente condotto uno studio che è stato poi pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, e dai risultati emersi sono stati rivalutati i numeri delle vittime della pandemia H1N1 del 2009.
La pandemia H1N1, cosiddetta “influenza suina“, sembra che abbia provocato ben 200 mila morti, e non 20 mila come erano stati stimati dall’Oms nel 2009, e questo perché l’Oms avrebbe tratto i propri numeri solo da casi di N1H1 confermati in laboratorio. Invece i ricercatori e medici della George Washington University, hanno preso in considerazione tutti i decessi “ufficiali” per poi considerare tutte le vittime che sono all’epoca sfuggite ai bilanci ufficiali, e sembra che siano davvero tante le morti non calcolate. Lone Simonsen e il suo team di 60 ricercatori, affermano dunque che la H1N1 fu di gran lunga sottovalutata, e i decessi sono arrivati ad essere ben 203 mila, senza contare che questi numeri potrebbero essere raddoppiati, ed arrivare quindi alle 400 mila vittime, se si tengono in considerazione tutti i decessi causati dal progredire di altre patologie aggravate dal H1n1. Lo studio mette in evidenza che soprattutto i giovani sono state le vittime di tale pandemia, a differenza delle classiche influenze stagionale, dove solitamente sono le persone anziane quelle più a rischio.
Lo studio è stato condotto su 26 paesi nel mondo, e quelli che hanno subito di più questa influenza respiratoria sono stati il Brasile, il Messico e l’Argentina, mentre l’Europa, L’America del nord e l’Australia ne sono state colpite in maniera inferiore.
Photo Credits – WPA Pool – Getty Images Entertainment – Getty Images – 187265984