Secondo i risultati di un recente studio effettuato dai ricercatori dell’University of Western Australia, i prodotti dimagranti che tra gli ingredienti principali contengono i chicchi di caffè verde, in realtà non servono a bruciare i grassi come invece pubblicizzato.
È vero che i polifenoli contenuti nei chicchi di caffè posseggono importanti proprietà antiossidanti, non a caso chi beve caffè regolarmente sembra essere meno a rischio di malattie come l’ipertensione, il diabete di tipo 2, l’obesità e altri disturbi ancora che rientrano in quella che viene definita Sindrome metabolica. Questa nuova ricerca però è stata la prima ad analizzare l’effetto dell’acido clorogenico (CGA) da solo, un polifenolo del caffè che è l’ingrediente principale di molti integratori alimentari venduti come prodotti dimagranti.
Grazie allo studio condotto su modello animale, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista ACS’ Journal of Agricultural and Food Chemistry, si è scoperto che il polifenolo ritenuto il principio attivo contro l’accumulo di grasso in realtà non lo limita. Gli animali usati nello studio sono stati divisi in due gruppi, di cui uno ha seguito una dieta ad alto contenuto di grassi soltanto e l’altro la stessa dieta ad alto contenuto di grassi più dosi elevate di CGA.
I risultati hanno confermato che non c’era nessuna differenza nell’accumulo di grasso tra i due gruppi, quindi il polifenolo non ha avuto gli effetti previsti. Inoltre i topi che avevano assunto anche il CGA sono stati riscontrati avere più probabilità di sviluppare disturbi che portano al diabete di tipo 2 e avevano accumulato lipidi all’interno delle cellule del fegato.