In certi casi è possibile mangiare un cibo anche se la data riportata sulla confezione del prodotto è stata superata. Come affermato da Andrea Ghiselli, ricercatore del CRA (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura) di Roma, bisogna fare una forte distinzione fra una data di scadenza tassativa e un “preferibilmente entro“.
Come dichiarato da Ghiselli, se un prodotto indica una scadenza perentoria non va consumato dopo di essa, in particolare per carne e pesce fresco. Invece la dicitura “preferibilmente entro” si riferisce più che altro alla data entro cui è preferibile mangiare un alimento per motivi di gusto.
Per esempio i biscotti, anche se mangiati a mesi di distanza dalla presunta data di scadenza, non provocano alcun danno all’organismo, in quanto i prodotti secchi in generale si conservano piuttosto bene. Pure il sale e lo zucchero sono ottimi prodotti per conservare gli alimenti, ed anche il miele, infatti è stata ritrovata recentemente una giara di nettare d’api in Egitto e risalente a 5.000 anni fa, che era ancora perfettamente commestibile. Anche l’aceto e il processo di fermentazione sono ottimi metodi di conservazione.
Nei formaggi bisogna distinguere fra pasta dura e molle: in quelli stagionati a pasta dura basta rimuovere la muffa ed il resto sarà commestibile mentre in quelli a pasta molle è importante rispettare le date di scadenza. Le uova possono essere mangiate anche una settimana dopo la scadenza, ma con il passare del tempo sarà da preferire un uovo sodo piuttosto che uno alla coque o crudo.