Sindrome di Munchausen

Abbiamo parlato di patologie di valenza psicologica come la sindrome di Stoccolma, la sindrome di Samo e la sindrome di Tourette e oggi vogliamo parlare della sindrome di Munchausen.
La sindrome di Munchausen è una malattia psichiatrica in cui il paziente si crea delle patologie fittizie che hanno però gli stessi effetti clinici delle malattie vere e proprie.


I pazienti che soffrono della sindrome di Münchausen sono in grado di simulare molti disturbi fisici come l’infarto del miocardio, ematemesi, addome acuto e febbre e molte volte la parete addominale di questi persone può presentare una serie di cicatrici, oppure si può anche riscontrare l’amputazione di un dito o di un arto.
Le febbri che vengono riscontrate, spesso sono dovute ad ascessi autoinferti; quando viene effettuato l’esame colturale delle feci, molto spesso esso rivela la presenza del batterio di Escherichia coli, che rivela la fonte dell’organismo infettante, sempre però autoprovocata.
I sintomi che devono far sospettare questa malattia possono essere anche di lieve entità e molto spesso la storia dei pazienti presenta vicende di precoce violenza fisica e psicologica.
Questo fa sì che il loro bisogno di essere assistiti entra in conflitto con l’incapacità di fidarsi delle figure di autorità, che manipolano, provocano o mettono alla prova quotidianamente; spesso sono anche molto palesi forti sensi di colpa, che portano con loro desideri di punizione e di espiazione.

La sindrome di Munchausen può anche essere per procura, in cui un bambino viene di solito usato come sostituto del paziente, in cui i genitori fanno volontariamente del male al figlio con farmaci o sostituendo campioni di sangue o di urine infetti al fine di simulare una malattia.
Il genitore è sempre molto apprensivo e richiede cure mediche in continuazione e ricoveri presso strutture ospedaliere.

Lascia un commento

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.