La tecnologia può aiutare a dimagrire, ma senza minare all’autostima. Per questa ragione, applicazioni per smartphone e tablet che insultano coloro che devono perdere peso, sono vietate dai dietisti. L’offesa di una voce dallo schermo, inoltre, non costituisce una motivazione per mangiare meno. Eppure, anche in Italia, questa app giapponese sta prendendo quota. Preoccupando i dietisti. Il software può avere effetti nocivi?Secondo gli esperti, applicazioni di questo tipo nascono dal crescente desiderio di dimagrire il prima possibile e senza fare molti sforzi. Tali metodi sono figli del nostro tempo: le app sono gestibili personalmente e permettono di evitare il confronto con altre persone, in particolare col medico o l’operatore sanitario”.
Tuttavia, bisogna stare attenti perché diete standardizzate come quelle proposte non sono affatto adatte agli adolescenti, ai quali più che un un rigido regime alimentare serve un supporto educativo.
Inoltre, il problema di un’app di questo tipo è che ragazzi ricevono messaggi confusi: da una parte c’è la spinta all’utilizzo di cibi e bevande che diventano quasi dei must sociali (è il caso, per esempio, di quelli utilizzati per gli happy hour), dall’altra la tendenza a un’immagine corporea perfetta
Ciò, se unito a una scarsa autostima (che, nel caso dell’utilizzo di app come quelle giapponesi che lanciano insulti per spingere a dimagrire, sicuramente peggiora) e magari al desiderio, seppur legittimo, dei genitori di vederli dimagrire può contribuire a creare una forma di conflitto perenne tra l’essere a dieta e concedersi degli “strappi” che poi fanno sentire in colpa.
Attenzione, dunque, alle app che insultano!