Respirare aria inquinata anche solo per due ore può contribuire ad aumentare la pressione del sangue e quindi il rischio di malattie cardiovascolari.
Un nuovo studio realizzato da un’equipe di ricercatori dell’Università del Michigan, punta il dito su uno dei problemi più comuni nei grandi centri urbani, l’inquinamento, ponendolo in relazione ad un fattore di rischio che finora non era stato preso in considerazione.
Si sapeva già infatti che l’inquinamento può provocare danni all’apparato circolatorio, allergie, dermatiti di vario genere, ma ancora non si era valutata l’influenza che esso potesse avere sulla pressione del sangue.
La ricerca, pubblicata sull’ultimo numero di Hypertension, ha coinvolto 83 persone che hanno respirato, per un certo periodo di tempo, aria che conteneva gli stessi livelli di inquinamento atmosferico che si possono trovare in una strada urbana.
Analizzando lo stato della pressione ed i vasi sanguigni prima e dopo dell’esperimento, i ricercatori hanno verificato che l’inquinamento atmosferico causava un aumento della pressione diastolica dopo appena due ore, e che questo rimaneva tale nelle successive 24 ore.
Successivi test hanno rilevato che sono le polveri sottili ad influire sull’aumento della pressione ed a compromettere la funzionalità dei vasi sanguigni.
Se nelle persone sane, l’aumento della pressione può anche non essere così determinante o significativo, è chiaro che invece per coloro che già soffrono di malattie cardiache o di pressione alta, ciò può rappresentare un fattore di rischio in più da prendere in considerazione.