La classica tazzina di caffè che la maggior parte degli italiani è solita bere dopo i pasti potrebbe alla lunga ridurre il rischio di diabete. E' questa la conclusione a cui è arrivato..
E’ questa la conclusione a cui è arrivato L’Inran, l’Istituto Nazionale di Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione, che nei giorni corsi ha diffuso una nota mediante la quale sono stati resi noti i risultati di una recente ricerca, che ha individuato una possibile azione del caffè nella prevenzione del diabete, individuando così un nuovo metodo preventivo che si va ad aggiungere a quello delle verdure a foglia verde e dell’allattamento al seno).
Secondo i ricercatori coinvolti nello studio, in particolare, l’azione dei composti fenolici presenti nel caffè è in grado di inibire gli enzimi coinvolti nella digestione dei carboidrati, svolgendo così un’azione molto simile a quella dei alcuni farmaci antidiabetogeni.
Tra le sostanze in grado di inibire gli enzimi coinvolti nella digestione dei carboidrati figurano l’acido clorogenico, l’acido ferulico e l’acido caffeico mentre a tal fine non avrebbe alcuna rilevanza la caffeina.
Secondo Marco Comaschi, direttore del dipartimento di Emergenza e accettazione dell’azienda ospedaliera Università San Martino di Genova, i risultati di questa ricerca non vanno affatto sottovalutati visto e considerato che in Italia sono oltre 3 milioni le persone affette da diabete, con una percentuale che negli ultimi anni è salita drasticamente.
Per lo stesso motivo Amleto D’Amicis, vicepresidente della Società italiana di nutrizione umana, ha invitato tutti a seguire uno stile di vita salutare, un’alimentazione corretta e attività fisica regolare per combattere e prevenire il diabete di tipo 2, indicazioni a cui da oggi possiamo aggiungere anche l’abitudine a bere il caffè dopo pranzo.