La sindrome del colon irritabile è un disturbo molto comune che colpisce tra il 15 ed il 20% la popolazione con una certa prevalenza per le persone di sesso femminile.
Si tratta di un’infiammazione della parte terminale dell’intestino, il colon, la cui funzione è quella di elaborare ciò che resta dei materiali digeriti nel resto dell’intestino, prelevando da essi i residui di acqua, sostanze nutritive e sali minerali, e di trasformare ciò che resta nelle feci che vengono poi espulse dal corpo.
L’infiammazione è provocata da diverse cause, tra le quali hanno importanza soprattutto la dieta, quando per esempio le nostre abitudini alimentari ci portano ad assumere alimenti poveri di fibre, oppure quando ingeriamo alimenti a cui siamo intolleranti, e l’alterazione della flora intestinale, la colonia di batteri presenti nell’intestino che lo aiutano nel laborioso processo di trasformazione ed elaborazione delle sostanze digerite.
Una causa molto comune della colite è poi determinata da fattori nervosi e psicologici, ed in questo caso prende il nome di colite nervosa (classica er esempio quella che affligge alcuni studenti prima di un esame importante).
Ciò accade perchè c’è una conosciuta sintonia tra ciò che accade nel cervello e ciò che avviene a livello intestinale. Per esempio, determinati ormoni prodotti dal nostro organismo quando sottoposto ad un forte stimolo nervoso sono in grado di creare una reazione non solo a livello cerebrale ma anche nell’intestino.
Se quest’ultimo è particolarmente sensibile a questo tipo di stimoli, si può avere il fenomeno della contrazione, anche spasmodica, delle pareti del colon che in tal modo causano i sintomi della colite: stitichezza o, al contrario oppure in alternanza, diarrea, forti dolori addominali, senso di pesantezza, gonfiore e la formazione di gas nell’intestino.
In casi più gravi a questi sintomi tradizionali possono accompagnarsi anche la presenza di sangue nelle feci e febbre.