Alcune fibre naturali presenti nella verdura, in particolare nelle banane e nei broccoli sembrano aiutare la funzionalità delle cellule M, presenti nei tessuti intestinali con la funzione di proteggere gli organi dall'attacco di batteri nocivi.
Già altri studi di laboratori avevano evidenziato come alcune fibre presenti nelle verdure in particolare possono essere utili per rafforzare le barriere naturali dell’organismo per difendersi da infezioni che possono occorrere allo stomaco, e quest’ultima ricerca si è spinta nella direzione di verificare se alcune di queste possono essere utilizzate per trattare pazienti colpiti dal morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica intestinale che tra i sintomi conta diarrea e dolori addominali e che colpisce ogni anno almeno una persona su mille.
Fino ad oggi si pensava che tale condizione fosse causata da una miscela di fattori ambientali e genetici, ed in seguito si è scoperto come è particolarmente comune nell’occidente industrializzato, spesso a causa della dieta così povera di fibre e ricca di alimenti lavorati e prodotti a livello industriali.
I ricercatori hanno analizzato il modo con il quale la fibra presente nella verdura influenza la presenza di batteri nocivi nelle cellule intestinali.
Hanno in questo modo scoperto che le fibre del banano in particolare, e dei broccoli, risultano particolarmente benefiche.
Solo però se si tratta di alimenti naturali e non lavorati, perchè la presenza di stabilizzatori aggiunti nei cibi lavorati industrialmente sembra invece non solo ridurre l’effetto benefico ma addirittura avere l’effetto contrario.
La ricerca, che ha visto la collaborazione di esperti svedesi e scozzesi si è incentrata in particolare su determinate cellule presenti nella superficie dei tessuti intestinali, le cellule M, la cui funzione è appunto quella di offrire una protezione all’intestino contro l’attacco dei batteri.
Lo studio, effettuato su cellule coltivate in laboratorio o prelevate da pazienti sottoposti ad intervento chirurgico per problemi di stomaco, è attualmente in corso su 76 pazienti affetti dal morbo di Crohn, per valutare quanto un integratore alimentare a base di queste fibre possa contribuire a mantenere la malattia sotto controllo.
Commentando lo studio, un portavoce di Crohn’s and Colitis, un’associazione di pazienti con patologie infiammatorie e croniche a livello intestinale, si è augurato che analoghe ricerche vengano anche compiute per approfondire come funzionano le cellule M per difendere l’intestino, anche per quanto riguarda un altro batterio comune nelle infezioni intestinali, l’escherichia coli.
Fonte BBCNews