La colpa non sarebbe dei bambini bensì degli educatori e anche, e soprattutto, delle madri che non sarebbero letteralmente in grado di rendersi conto dell'eccessiva alimentazione alla quale sottoporrebbero i propri figli ne dell'eventuale obesità degli stessi.
Peggio ancora, un bambino italiano su tre è fortemente sovrappeso.
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La colpa, naturalmente, non sarebbe dei bambini, che sino a 10 anni non avrebbero ancora una chiara percezione dei concetti di porzione e di arco temporale suddiviso in 24 ore (elementi fondamentali all’autoregolazione), bensì degli educatori e, spiace dirlo, anche, e soprattutto, delle madri che, sempre più spesso, non sarebbero letteralmente in grado di rendersi conto dell’eccessiva alimentazione alla quale sottoporrebbero i propri figli ne dell’eventuale obesità degli stessi.
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Il giudizio, davvero impietoso, giungerebbe dagli esperti dell’Associazione Nazionale dei Dietisti Italiani che, in occasione del proprio annuale convegno, in corso di svolgimento a Verona, avrebbero presentato i risultati dell’indagine “Okkio alla Salute” che l’Istituto Superiore di Sanità, con la collaborazione degli insegnanti e degli addetti alle mense, avrebbe condotto negli scorsi mesi presso la maggior parte delle scuole elementari e medie italiane.
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Eppure il problema, come avrebbero tenuto a precisare i nutrizionisti dell’ANDID, non potrebbe davvero essere più grave poiché l’obesità infantile (e finanche quella rinvenibile sin dai primissimi anni di vita quando, cioè, si tenderebbe ad esagerare con le porzioni così da far crescere, il più possibile, il proprio figlio) sarebbe una condizione che, per lo meno nel 50% dei casi, non scomparirebbe spontaneamente con l’arrivo dell’adolescenza bensì accompagnerebbe il soggetto sino all’età adulta causandogli gravissime ripercussioni quali, a titolo d’esempio, la sindrome metabolica piuttosto che la diabesità.