La lotta che Michelle Obama ha intrapreso contro la diffusione dell'obesità tra gli adolescenti e la popolazione americana in generale sembra aver ottenuto i primi risultati sul fronte della sensibilizzazione delle industrie alimentari.
Può sembrare poco, ma una recente ricerca, pubblicata su Annals of Internal Medicine, ha appurato che una riduzione di tale dimensione su scala nazionale ridurrebbe in quel paese di circa 32 milioni di dollari i costi per la salute.
Rhonda Jordan, responsbile del settore Benessere e Salute di Kraft, non nasconde in una recente dichiarazione, che la decisione dell’azienda è stata stimolata anche da motivazioni economiche, ovvero aprire ad un target di consumatori preoccupati dell’apporto di sodio, una fascia di acquirenti in crescita esponenziale negli ultimi anni.
Se prodotti a basso contenuto di sodio erano già presenti in commercio, la nuova strategia dovrebbe essere quella di rivedere il contenuto di sodio anche nei prodotti non espressamente dedicati ad un target di consumatori specifico, andando invece a comprendere tutta la produzione nella sua totalità.
E’ evidentemente un’astuta operazione di marketing il fatto che la Kraft abbia fatto una scelta simile in questo momento, quando, grazie alla campagna della signora Obama, è sulla bocca di tutti il dibattito sull’apporto di sodio nei cibi confezionati di produzione industriale.
Tuttavia seppure dietro alla decisione può essere vista più una strategia economica che non un sensibile aumento di consapevolezza ed attenzione per la salute dei consumatori, il risultato è che comunque la discesa in campo di Michelle Obama sta dando i primi frutti.
La sfida per le aziende alimentari a questo punto è quella di riuscire a mantenere lo standard di appetibilità dei prodotti rinunciando al sale.