La salute del cuore è più a rischio in inverno. Lo ha scoperto un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’università di Losanna i cui risultati sono stati presentati nel corso del convegno European Society of Cardiology che si tiene ad Amsterdam in questi giorni.
In pratica secondo i ricercatori i fattori di rischio per la salute del cuore tendono a variare anche in base al variare delle stagioni: ecco che i fattori di rischio cardiovascolare, compresi colesterolo e pressione alta, tendono a diminuire in estate, ma tendono a ripresentarsi puntualmente in inverno.
Lo studio coordinato da Pedro Marques-Vidal ha messo in evidenza ha studiato i maggiori fattori di rischio per il cuore analizzando 107mila persone di età compresa fra i 35 e gli 80 anni. I dati rilevati sui volontari, appartenenti a 7 diversi Paesi compresa anche l’Italia, sono risultati più alti d’inverno, soprattutto nei mesi di gennaio e di febbraio e sono risultati più bassi nel mesi estivi, tra giugno e agosto.
I dati raccolti hanno dimostrato che la pressione è più alta nei mesi freddi con una media di 3,5 millimetri di mercurio e tende anche a variare la circonferenza della vita che oscilla mediamente di un centimetro. Inoltre varia anche il valore del colesterolo che si abbassa o si alza di 0,24 in base ai mesi.
Come è possibile però che la salute del cuore possa variare in base al cambiare delle stagioni?
Secondo Marques-Vidal il motivo principale potrebbe essere la variazione delle abitudini alimentari in base alle stagioni che potrebbe incidere in modo concreto sulla salute del cuore.
Questo spiegherebbe anche perché il numero dei morti per problemi cardiovascolari è decisamente superiore nei mesi freddi.
10 REGOLE PER PROTEGGERE IL CUORE
In attesa di ulteriori conferme di quanto suggerito dallo studio, i ricercatori concordano nel fatto che in inverno gli individui dovrebbero fare uno sforzo maggiore per curare la propria alimentazione e per praticare la giusta attività fisica.
I risultati dello studio potrebbero essere confermati anche da un altro studio che sta analizzando volontari che vivono nell’emisfero sud e nei quali i dati potrebbero risultare invertiti a causa della stagionalità.
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