La salmonella è un batterio presente in alcuni animali portatori tra i quali i polli, le mucche ed i rettili.
Esistono anche casi, più rari, di batterio della salmonella di cui è portatore l’uomo.
La più comune nei casi di intossicazione provocata da alimenti contaminati è la salmonellosi non tifoide.
Tra le persone maggiormente colpite troviamo gli anziani, le persone molto giovani e gli individui in generale già debilitati, come coloro che hanno basse difese immunitarie.
Il batterio provoca un infezione a livello dell’intestino, che causa febbre, vomito, crampi, mal di testa, diarrea ed altri sintomi ancora che generalmente compaiono entro 72 ore dall’intossicazione. Normalmente la salmonellosi ha un decorso positivo e sparisce senza ulteriori cure mediche. Solo in alcuni casi, quando l’intossicazione è più forte, si possono avere fenomeni di disidratazione.
È possibile anche essere colpiti dall’infezione senza avere sintomi evidenti.
Raramente per le persone in salute la salmonellosi viene curata con farmaci, ma in alcuni casi è necessario monitorare il decorso della malattia, anche per evitare la diffusione del batterio.
Per evitare rischi da intossicazione è consigliabile la cottura degli alimenti in particolare uova e carne e la migliore prevenzione, oltre a cuocere bene i cibi, è quella di mantenere una corretta pulizia degli ambienti in cui si cucina e delle mani.
La diagnosi è confermata esaminando le feci perciò chi è colpito da salmonellosi, o ne ha il sospetto, è consigliabile che si presenti dal medico con un campione di feci. Ciò è particolarmente importante perchè se viene diagnosticata la presenza del batterio è possibile anche individuare i possibili focolai di infezione.
Tra le terapie mediche si utilizzano farmaci anti-febbrili, e, in caso di diarrea e vomito prolungati che possono causare disidratazione è consigliabile bere molti liquidi per compensarne la perdita.