Lo sciroppo di fruttosio, introdotto nella produzione alimentare dagli anni '70, ha contribuito ad una crescita dell'apporto calorico nell'alimentazione della popolazione.
Inoltre l’accumulo di grasso nel fegato può provocare infezioni, sviluppo di tessuto cicatriziale, fibroso e duro, sul quale si possono poi formare forme tumorali.
I pazienti con segni di steatosi epatica alcolica dovrebbero smettere di bere alcoolici, che possono causare un ulteriore aggravamento della situazione.
Un recente studio pubblicato su Hepatology, mette in guardia chi è affetto da questo male anche da alimenti e bevande che contengono lo sciroppo di fruttosio glucosio.
Indicato dall’acronimo inglese HFCS (High Fructose Corn Syrup), lo sciroppo, ottenuto dall’amido di mais, è usato spesso nell’industria alimentare come dolcificante al posto dello zucchero.
Secondo quanto riportato dallo studio, per i malati di steatosi epatica non alcoolica bere bevande dolcificate con il fruttosio potrebbe avere gli stessi effetti negativi che bere alcoolici.
La ricerca ha seguito 427 pazienti con la malattia, tentando di individuare se esiste un’associazione tra l’assunzione dello sciroppo di fruttosio e la progressione che dalla steatosi epatica conduce all’insufficienza epatica.
I ricercatori della Duke University hanno chiesto ai pazienti di compilare un questionario nel quale segnalare quante volte alla settimana essi avevano bevuto bibite o succhi di frutta contenenti lo sciroppo.
Nel totale dei pazienti, solo il 19% non aveva bevuto bibite contenenti lo sciroppo, mentre nel 28% dei casi ne avevano bevuta almeno una al giorno.
Coloro che risultavano berne di più sono risultati avere una probabilità più alta di cicatrizzazioni epatiche e soprattutto nelle persone più anziane erano presenti segni significativamente più alti di infezioni epatiche.
Nella stessa ricerca si è anche appurato che, una volta esaminati altri fattori come età, sesso e indice di massa corporea, i forti consumatori di sciroppo di fruttosio risultavano avere tassi di colesterolo buono relativamente più bassi.
L’epatologo Dr. Manal Abdelmalek della Duke University, che ha condotto lo studio, commentando i dati della ricerca ha dichiarato che lo sciroppo di fruttosio, introdotto nella produzione alimentare dagli anni ’70, ha contribuito ad una crescita dell’apporto calorico nell’alimentazione della popolazione statunitense in particolare, ma anche del resto dell’occidente industrializzato si potrebbe aggiungere, diventando perciò uno dei fattori che accrescono l’obesità.
Il nuovo studio evidenzia come oltre al pericolo di acquistare peso in eccesso, lo sciroppo potrebbe anche risultare assai dannoso per il fegato.
Fonte LosAngelesTimes