Il processo di incapsulamento potrebbe quindi essere una risposta al problema di aumentare l'assorbimento della curcumina nell'ambiente digestivo del tratto gastrointestinale.
Fino ad oggi però gli scienziati non erano riusciti a rendere efficace tutto il potenziale terapeutico della sostanza, e ciò a causa di un problema di digestione: i succhi acidi presenti nel tratto gastrointestinale infatti attaccano e distruggono la curcumina rapidamente, impedendo che questa venga assorbita in quantità nel sangue e possa quindi attivare il suo potere curativo.
Lo studio realizzato da alcuni ricercatori e pubblicato sulla rivista bisettimanale Agricultural and Food Chemistry, illustra una tecnica che potrebbe permettere all’organismo di assumere la curcumina in più alte dosi rispetto alla semplice ingestione.
In passato si era già sperimentata una tecnica di incapsulamento di una sostanza terapeutica, per esempio dell’insulina, in particolari strutture, chiamate liposomi.
Costituite da fospolipidi e da colesterolo, i liposomi possono contenere al loro interno una soluzione acquosa e sono particolarmente utili in campo medico perchè permettono di penetrare le pareti di una cellula, normalmente impermeabile all’acqua, rilasciando così all’interno di questa le sostanze curative.
I ricercatori hanno dunque preparato dei liposomi che incapsulavano al loro interno la curcumina, e li hanno somministrati a topi da laboratorio.
Questa tecnica si è rivelata essere efficace perchè ad un’analisi successiva i topi sono risultati aver incrementato i livelli di antiossidanti nel sangue che è risultato essere più che quadruplicato rispetto a quello che sarebbe normalmente avvenuto attraverso una normale ingestione di curcuma.
Il processo di incapsulamento potrebbe quindi essere una risposta al problema di aumentare l’assorbimento della curcumina nell’ambiente digestivo del tratto gastrointestinale.