Le shopping card dei supermercati possono essere un ottimo sistema per rintracciare il percorso di un alimento in funzione di scoprire eventuali focolai di infezione.
E ‘questa la notizia riportata in questi giorni da Associated Press, e che rivela un uso originale ed inedito delle cosiddette shopping card, le tessere magnetiche che vengono proposte ai consumatori nei supermercati e nelle grandi distribuzioni. Tale tessera solitamente ha lo scopo di permettere all’acquirente di usufruire di qualche sconto sui prodotti acquistati, e di partecipare a campagne promozionali di raccolta punti. Per il supermercato che la propone l’obiettivo è un altro: in base ai dati raccolti sulla tessera è infatti possibile per il negozio avere una fonte di informazione interessante ed utile per il marketing ed il commercio, perchè si può, per esempio, tracciare il tipo di prodotti acquistati e la frequenza degli acquisti.
In tal modo il supermercato può attivare campagne promozionali mirate nei supermercati e valutare il gradimento di determinati prodotti.
Recentemente però la shopping card, su permesso dei gestori dei supermercati, è servita appunto per rintracciare un focolaio di salmonellosi, a Rhode Island negli Stati Uniti.
Il Center for Disease Control and Prevention, la massima autorità per prevenzione e salute negli Stati Uniti, ha così potuto risalire a quali erano i prodotti acquistati dalle persone infettate dalla salmonella, fino a scoprire che il responsabile era il pepe con cui erano stati confezionati alcuni salumi.
E’ la prima volta che le shopping card vengono utilizzate in questo modo, ma, visti i buoni risultati e l’efficacia della strategia, è possibile che anche in futuro le shopping card potrebbe avere un ruolo interessante nel monitoraggio della qualità dei cibi e nel rintracciare eventuali tracce di epidemie causate dagli alimenti in commercio.